Don Cavallo

Il terzo parroco

I cento anni più drammatici della storia della nostra parrocchia sono legati alla figura di don Cavallo. Torinese di nascita, apparteneva a quella generazione di oltre 600 preti frutto del boom vocazionale degli anni 1870-1900. Fu parroco di Sant'Alfonso dal 1919 al 1961. La parrocchia, negli anni '20, si avviava verso i 15.000 abitanti, di ceto sociale assai diverso tra loro: gli abitanti dal lato di Via Cibrario oltre corso Tassoni appartenevano alla piccola borghesia; la parte del borgo Campidoglio e del Martinetto appartenevano alla classe operaia. La parrocchia, in quegli anni anni, dava l'impressione di grande efficienza: la Visita Pastorale del 1932 presenta dal lato amministrativo una struttura funzionante ormai priva di debiti, nonostante le grandi spese legate alla crisi economica e all'inflazione.

Anche dal lato organizzativo la parrocchia funzionava bene, seguendo le direttive di Pio XII: nel circolo ricreativo si sostituì l'unione uomini di Azione Cattolica e i giovani della Legion Tebea aderirono ai Giovani di Azione Cattolica. L'oratorio femminile, che contava sulla collaborazione delle Suore Missionarie, si occupava di oltre 400 ragazze cui si proponeva il catechismo, una biblioteca scolastica, una scuola di canto gregoriano, taglio e cucito, ricamo, lavorazione del cuoio, visite mensili al Cottolengo, laboratorio missionario. Il tutto coronato da una fiorente stagione missionaria: da Sant'Alfonso, in 23 anni, 26 ragazze si fecero suore.

La guerra che nel 1940 piomba sul mondo e su Torino mostra la tempra di don Cavallo. Sua unica preoccupazione è salvaguardare il gregge che gli è affidato, senza distinzione di opinione politica o appartenenza religiosa. La Parrocchia continua a crescere (752 battesimi nel 1939), ed il Vescovo decide di scorporare la comunità costituendo la nuova parrocchia intitolata a Sant'Anna.
Durante la guerra il nostro borgo è obiettivo strategico per attacchi militari, a causa della centrale AEM e di alcune fabbriche militari presenti in zona. Per tre volte i locali dell'oratorio vengono incendiati da spezzoni incendiari. Proprio vicino a Sant'Alfonso l'occupazione nazista e la lotta di liberazione lasciano le loro scie di sangue: al poligono di tiro del Martinetto vengono fucilati i dirigenti del CLN piemontese ed altri patrioti; in via Netro viene ucciso un dirigente fascista e di fronte alla chiesa un partigiano.
Don Cavallo è anche presente con la tenacia nella fase di ricostruzione seguita alla guerra: riconciliare gli animi, aiutare chi nella guerra ha perso famiglia, casa, lavoro. Tutte le energie della parrocchia si mettono in opera sotto la guida della P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza) per affrontare l'emergenza alimentare, l'assistenza ai senza casa, ai bambini e agli anziani. In parrocchia inizia una fase di grande visibilità,: la fede e la devozione amano le cerimonie grandiose, le processioni, le Peregrinatio Mariae.



La nostra storia